Ancora una volta i fattorini delle consegne a domicilio subiscono le scelte unilaterali delle piattaforme digitali del food delivery. Scelte che pesano ancor di più in questi giorni di tensione e difficoltà, con la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale da parte di Assodelivery, l’associazione che rappresenta le aziende del food delivery online, al contrario di quanto comunicato dai rappresentanti aziendali a mezzo stampa.
“Diversi rider ci hanno segnalato la chiusura delle zone di consegna in numerose città italiane e l’azzeramento delle ore prenotate, con conseguente perdita di lavoro. Questo per una scelta unilaterale delle aziende”. A denunciare l’accaduto è Mario Grasso della Uiltucs nazionale che riporta le numerose segnalazioni ricevute dai rider iscritti al nostro sindacato in molte città d’Italia.
Così, se da un lato le aziende mandano e-mail ai rider, sottolineando l’importanza del loro servizio, con le indicazioni degli enti pubblici preposti sulle misure di sicurezza per effettuare le consegne a domicilio, dall’altro i fattorini restano in balìa degli eventi, senza alcuna forma concreta di protezione da parte delle aziende stesse e mettendo a rischio la propria salute. Tutto, per garantire un reddito alla propria famiglia data la presenza di un contratto senza tutele imposto dalle società di food delivery.
Le strade da seguire quindi restano due: fornire i dispositivi di protezione individuale a ogni rider per lavorare in sicurezza ed evitare ogni rischio di contagio o sospendere il servizio e garantire una forma di sostegno al reddito per i fattorini.
“Assodelivery – aggiunge Grasso – deve assumersi realmente la responsabilità sociale che predica a mezzo stampa. Incontri i ministri Catalfo e Speranza e i sindacati confederali nazionali così come richiesto da questi ultimi e applichi quanto già previsto dalla recente legge sui rider per quanto riguarda salute e sicurezza. Le email o i rimborsi spesa purtroppo lasciano i rider ancora esposti al contagio da Coronavirus scaricando ancora una volta tutti i costi del lavoro sulle spalle dei fattorini”.